Le Lettere Capitali Romane nel Rinascimento – Un esempio di Armonia e Misura

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4° ciclo di seminari FDS
anno accademico 2011/2012

Nel quindicesimo secolo artisti, architetti, matematici facendo riferimento alle teorie contenute negli antichi testi latini e greci giunsero alla creazione di una nuova estetica basata  essenzialmente sui principi della misura intesa come armonia delle parti.
Grazie a loro nascono opere di carattere profondamente innovativo dove il senso del bello si coniuga in maniera perfetta con la progettazione scientifica.
Ne sono un esempio i disegni delle Capitalia, ovvero lettere dell’alfabeto romano maiuscolo,
piccole e perfette architetture grafiche, destinate a diversi usi di lettura, derivate dalla cultura classica e riscoperte da di insigni maestri e studiosi quali Leon Battista Alberti, Feliciano Feliciani, Luca Pacioli, Albrecht Dürer, Geoffroy Tory, per citarne alcuni.
E’ anche grazie agli studi condotti attorno a questi alfabeti e alle loro nuove interpretazioni, che si giungerà allo sviluppo della Tipografia e delle sue regole basate sulla sintesi tra estetica e esigenze funzionali.

Una comparazione tra alcune lettere dell’alfabeto romano contenute nel Divina Proportione di Luca Pacioli (Venezia 1509), e l’alfabeto di Geoffroy Tory pubblicato nello Champ Fleury  (Parigi 1529), ci consentiranno di visualizzare la varietà di aspetti scaturiti da differenti criteri proporzionali, a dimostrazione dello stretto e continuo rapporto che intercorre tra misura e bellezza.

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